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Capoluogo del comune sparso di Castel di Lama, collocato lungo il crinale a guardia della vallata del torrente Lama o Lava, affluente di sinistra del Tronto e che da anche il nome alla zona, alcuni ritrovamenti nell'aria attestavano la presenza umana alla fine dell'età del bronzo. All'inizio della sua storia documentata, il luogo era chiamato Mongiano o Mignano e ne rimane memoria nel titolo della chiesa parrocchiale, edificata come il palazzo comunale sopra i resti di strutture romane e altomedievali, il nome forse veniva da un passato proprietario oppure da moenianum che il latino significa portico; a partire dal XVI secolo al nome si sostituì quello attuale di Piattoni. Altre ipotesi sull'attribuzione del nome: la prima sostiene la presenza di una fornace nei pressi del cimitero, che produceva tegole di forma piatta dette appunto "Piattoni", la seconda invece tende per la famiglia Piattoni. Faceva parte della giurisdizione dello scomparso castello di Sesto, possesso del vescovo di Ascoli e situato nei pressi di Villa Seghetti-Panichi; inizia a comparire nelle concessioni vescovili già nel XII secolo, cent'anni dopo appare nei documenti anche la citazione di Mignano. Intanto nel XIII secolo il Vescovo Conte era decaduto in favore delle istituzioni cittadine mentre inizia a comparire insieme a Sesto anche il Castello della Lama ma a causa di varie vicissitudini non riusciranno a sviluppare un'identità propria. Infatti alla fine del trecento si legge nei catasti ascolani, che il territorio dei castelli era compreso nel sindacato di Appignano anche se già a partire dal XV secolo comincia a rivendicare le proprie autonomie. Al centro dell'insediamento c'era la chiesa di Santa Maria in Mignano, di origini antiche ma ricostruita nel 1506 dagli ascolani, qui e nella vicina casa parrocchiale erano tenuti i consigli della comunità, finalmente nel 1534 il sindacato della Lama viene distaccato da Appignano costituendosi nella nuova podesteria di Lama e Colli. Nel 1556 il castello della Lama ed il suo territorio vengono coinvolti nella seconda guerra del Tronto scoppiata tra Stati Pontifici e Regno di Napoli e che si concluderà l'anno successivo, le truppe sbandate a seguito dell'armistizio andranno a rimpolpare i già numerosi malviventi che infestavano l'area. La lotta al banditismo continuerà per molto tempo, sul finire del XVI secolo, Ascoli inviava funzionari per organizzare la difesa contro i briganti, mentre la comunità veniva tassata per il mantenimento delle truppe. Nel XVIII secolo mano a mano il titolo di Pian Mignano viene sostituito anche nelle carte da quello di Piattoni, l'arrivo dei francesi nel 1799, segna il territorio scrivendo una delle pagine più nere della sua storia. Durante il passaggio delle truppe d'oltralpe lungo la Salaria, il contingente subisce un agguato da parte delle truppe antifrancesi del famoso brigante Sciabolone, appostate nelle boscaglie nei pressi di Villa Seghetti-Panichi. Presto sopraffatte si daranno alla fuga inseguite dai francesi che li raggiungeranno a Piattoni dove saranno catturati cinquanta militi di Sciabolone che vengono subito passati per le armi; accusata di collaborazionismo la comunità lamense subisce un rastrellamento e vengono arrestate e fucilate 16 persone. Con la sua fama di zona ribelle nel 1809 il municipio, insieme a quello di Pagliare, viene soppresso ed incorporato a Colli del Tronto, storica rivale di Castel di Lama suscitando il risentimento della comunità, ma nel 1814 l'intero territorio viene annesso ad Offida. Durante la successiva restaurazione del 1816, Lama e Colli passano come comunità appodiate a Castorano. L'anno seguente Castel di Lama ritorna indipendente e annette Colli stavolta come frazione e questa cosa farà riesplodere i grandi attriti tra le due popolazioni, infine nel 1827 Papa Leone XIII rimette in ordine la situazione territoriale ridando l'autonomia perduta a Colli. Nel 1841 viene eretto un nuovo palazzo comunale accanto alla chiesa di Santa Maria, in precedenza era situato in una casa della presa in affitto; nel 1849 passa Garibaldi, come attesta una lapide, ed il paese si aggrega alla neonata Repubblica Romana. Qualche anno dopo, arriva l'Unità d'Italia benvoluta dall'ascolano Giovanni Spalazzi, fervente sostenitore della causa risorgimentale, che aveva diverse proprietà nella frazione di Tose dove possedeva anche una villa, ricoprirà anche la carica di sindaco tra il 1869 ed il 1872. Nel 1862 viene cambiato il nome che da Lama ritorna al più antico toponimo di Castel di Lama, intanto il nuovo regno portava diversi benefici come la ferrovia per Ascoli che fu inaugurata nel 1886 e che si andava a collegare con l'importante linea Adriatica. La storia nel XX secolo si andava colorando di tinte fosche, scoppia la Prima Guerra Mondiale che vede non tornare diversi paesani, successivamente diversi abitanti di Piattoni aderiscono nel 1921 al partito fascista e dopo la marcia su Roma, si prese il pretesto per sfogare le rivalità con la vicina frazione di Sambuco, fervente centro socialista. Nel 1923 i fascisti assaltano la villa e catturano un'antifascista, viene liberato a seguito di una violenta e compatta reazione da parte della popolazione che scaccia in malo modo i fascisti. La situazione rimane tranquilla durante lo scoppio della Seconda Guerra ma dopo il 1943, in piena occupazione tedesca, in quanto sede comunale sarà insediata da parte del comando delle truppe germaniche nell'area. Verrà abbandonato nel 1944 con gli alleati alle porte, dopo aver distrutto i ponti e le derivazioni elettriche della comunità, che subì anche diverse violenze. Dopo la guerra assiste allo sviluppo della zona industriale di Campolungo che sarà complice del grande boom edilizio che investirà il territorio comunale negli anni '70, anche intorno alla villa di Piattoni compariranno le prime palazzine che oggi si sono sostituite ai campi coltivati. Rimane parte della parte storica anche se piuttosto rimaneggiata, salendo dalla valle si incontrano la chiesa di Santa Maria affiancata dall'ex palazzo comunale, inseriti in un grande sistema di piazze dove si è aggiunta anche la scuola materna di gusto contemporaneo. Una lunga aiuola costeggia l'agglomerato antico dove rimane traccia del passato nei resti pozzo ed anche in una casetta a due piani, utilizzata in passato anche come municipio ed oggi ristrutturata e che vanta sulla parete un'edicola ottagonale dove è dipinta una madonna, utilizzata come stemma comunale in altre epoche. Continuando lungo la strada provinciale per Villa Chiarini ci si imbatte in Villa Diamanti ed in un lungo viale che porta al Parco della Rimembranza e da li fino al cimitero ed alla zona di Forcella, dove si svolge la famosa Fiera del Crocefisso, l'evento principale della frazione.

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