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Montedinove

Comune di

Montedinove
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Il suo nome potrebbe riferirsi a "Monte dei novi colli o contrade", di cui si trova raffigurazione anche sullo stemma comunale, o anche legarsi alla parola "nova", col significato di terre da poco ridotte a coltura. Dall'alto della catena di colli che dividono Aso e Tesino sorge il paese che data la sua elevata posizione, gode di splendidi panorami che spaziano dai Sibillini all'Adriatico, arrivando sino al Gran Sasso. La sua origine è probabilmente legata alla scomparsa città di Novana, citata da Plinio il Vecchio nella "Naturalis Historia". Secondo una certa storiografia datata, Montedinove viene edificata da un gruppo di profughi ascolani in occasione dell'invasione longobarda del 578. Nel 1039 è donata all'abbazia di Farfa; a questo periodo risale la costruzione delle fortificazioni a difesa del paese. In seguito, dopo aver subito l'assedio da parte di Re Enzo per due anni, vittoriosa, diventa libero comune autonomo, governato da un podestà a nomina ecclesiastica, come attesta un documento del 1279. La struttura urbana si sviluppa fortemente nei due secoli successivi, viene poi inglobata nel Presidiato di Montalto sotto papa Sisto V, indipendente dal potere del legato Pontificio, assoggettato direttamente alla Camera Apostolica. Entra poi a far parte del Regno Napoleonico e torna autonoma nel 1815, grazie alla restaurazione. Successivamente segue il corso storico dello Stato della Chiesta fino all'Unità d'Italia nel 1861.

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