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Ortezzano domina la sponda sinistra del fiume Aso. Le origini del paese sono remote, risalenti all’epoca picena. In contrada San Massimo è venuto alla luce un pregevole mosaico pavimentale di epoca romana raffigurante Le quattro stagioni. Al periodo altomedievale risale anche il castrum di Ortezzano, un nucleo fortificato in cima al pendio collinare che si estende ed amplia nel XIV secolo. Di quest’epoca è il torrione a base pentagonale con merlatura ghibellina, che rappresenta oggi la testimonianza più imponente dell’antico castello e divenuto simbolo della città insieme a “Porta da Sole”, l’unica delle quattro porte di accesso conservatasi. Un secondo ampliamento del castello si ha nel XVII secolo, epoca in cui il borgo si estende verso ovest con lotti di case schiera intervallati dalle vie e ancora oggi ben conservatesi e visibili. Percorrendo il centro storico si incontrano: la Chiesa di San Giuseppe, la chiesa di Sant’Antonio da Padova che, nel 1863, da rurale divenne chiesa cimiteriale, la chiesa di San Girolamo ricostruita intorno al 1770; la Chiesa del Carmine, eretta tra il 1715 ed il 1725, con campanile risalente al 1847, la chiesa di Santa Maria del Soccorso ricostruita quasi completamente nel 1450, che al suo interno conserva resti di un affresco del ‘400 e un’opera di Vincenzo Pagani raffigurante “La Madonna in trono con il Bambino tra i Santi Girolamo, Sebastiano, Francesco e Agostino”. Da vedere anche la casa natale del latinista ortezzanese Giuseppe Carboni.Tra le manifestazioni enogastronomiche, si ricordano: la “Sagra dell’agnello arrosto co’ vattuto” nell’ultima domenica di luglio e la “Festa del Vino”, rievocazione storica della pigiatura, nella terza domenica di settembre.
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