Nasce nel 1540 con il nome di Felice Rapagnano. Di umili origini, proveniva da una famiglia molto fervente; giovanissimo, Serafino, per necessità economiche, lavorò come custode presso un contadino, accudendo un gregge di pecore. A 16 anni trovò un'altra attività lavorativa, questa volta come muratore, insieme a suo fratello, in un cantiere; nei pochi momenti liberi dalle fatiche rimase estasiato dalle letture sacre che la figlia del suo datore di lavoro leggeva ad alta voce, tanto che incoraggiato da lei bussò e fu accolto dopo pochi mesi in un monastero a Tolentino. Divenne un fratello laico nel convento dei Frati Minori Cappuccini, iniziò il noviziato a Jesi; una vita tormentata quella di Serafino: fu costretto a peregrinare in vari conventi delle Marche, nonostante la buona volontà e solerzia che metteva nelle mansioni che gli venivano affidate non riusciva a soddisfare i suoi superiori e confratelli che purtroppo lo rimproveravano anche ingiustamente. Di carattere generoso, dimostrò sempre bontà d'animo e purezza. Nel 1590 arriva ad Ascoli Piceno dedicandosi all'attività di monaco questuante, portando la sua presenza dove era più gradita e visitando le zone della città più bisognose; grazie ai suoi gesti in pochi anni divenne una figura fondamentale per la popolazione. Quando nel 1602 si paventò che Serafino potesse essere trasferito in altra sede, le autorità cittadine scrissero ai superiori del suo Ordine per evitarlo, sotto la pressione popolare. Il religioso originario di Montegranaro aveva una capacità straordinaria di scrutare nel profondo dell'amino umano, sapeva dispensare consigli e saggezza a tutti coloro che lo cercavano, risolse controversie importanti, a lui si rivolgevano persone di tutti i ceti sociali. Devotissimo al Crocifisso e al Santo Rosario, strumento che utilizzava nella sua fervente attività di evangelizzazione, ormai nella marca picena era considerato un uomo in odore di santità; si spense prematuramente nel 1604. Le sue spoglie sono conservate in una teca nella chiesa del convento dei Frati Cappuccini ad Ascoli Piceno, divenuto un santuario a lui intitolato. Paolo V autorizzò l'accensione di una lampada sulla sua tomba. Beatificato da Benedetto XIII nel 1729, venne canonizzato dal pontefice Clemente XIII nel 1767. La chiesa cattolica lo ricorda il 12 di ottobre. È patrono della sua cittadina di origine, che gli dedicò anche la chiesa matrice.
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