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La valle del fiume Fluvione, in fatto di grandi alberi, è stata di recente funestata da dolorose perdite. Negli ultimi anni, sono morti la Castagna de Menecòla e il Castagno di Pian Mirelli, rispettivamente il primo e il terzo albero, per grandezza, delle Marche. Non bisogna però dimenticare che, meno di 18 anni fa, la stessa valle poteva vantare la presenza di quella che era ancora la più grande quercia delle Marche, quella di Marsia, in comune di Roccafluvione. Nel 1982 essa superava (m. 6,30 circa contro 6,16) quella che oggi è la più grande quercia marchigiana: quella di Passo di Treia. Nel 1989, nel primo volume di Alberi Monumentali d’Italia pubblicato dal Corpo Forestale, le venivano attribuiti addirittura m. 6,90. L'altezza era di 30 metri, mentre 27 metri era l'ampiezza della chioma. Non era mai stato possibile rilevare la misura esatta essendo il fusto circondato da un lieve, ma uniforme, strato di fusti di edera, che il suo proprietario, Angelo Mariani, si era sempre rifiutato ostinatamente di tagliare, in quanto le sue bacche erano eccellente richiamo per merli e tordi cui egli, accanito cacciatore, dava sistematicamente la caccia. Attorno al fusto, al riparo della chioma compatta, il signor Angelo aveva allestito ben tre pollai.
La grande quercia crollò improvvisamente al suolo il 26 dicembre 1999, mancando di soli 6 giorni il Duemila. Il personale della Stazione Forestale di Ascoli Piceno, intervenuto per le verifiche del caso, allo scopo di fotografare le enormi spoglie, le liberò dall'edera quanto bastava per mettere a nudo il gigantesco tronco, dopodiché diede l’autorizzazione allo smembramento del "cadavere".

Valido Capodarca

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