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La chiesa intitolata a S. Giovanni di Castelnuovo Nel 1370 veniva ancora menzionata da documenti ufficiali locali come "semplice rettoria", nel 1456 è soggetta a diversi lasciti da parte di un facoltoso cittadino camplese. Nel 1556 veniva chiamata San Giovanni del Mulino o di Castelnuovo, sul finire del secolo invece era attestata la presenza della confraternita dei Santi Filippo e Giacomo, nel 1622 era stata eretta la cappella di San Vincenzo che riceve diverse donazioni.
Il portale ogivale in pietra, spostato a sinistra e tratteggiato con cornice a gioia di toro è sormontato da un finestrone di forma circolare ripetuto sulla destra alla stessa altezza e la finestra monofora con tre lobi sul lato di destra, datano il luogo sacro probabilmente ai primi decenni del Trecento. L'interno rivela una singolare struttura a due navate con distinte capriate, delimitate al centro da una parete su cui si vanno ad aprire due possenti archi a tutto sesto di grandezza differente. Le capriate sono decorate son una serie di mattoni colorati di notevole impatto visivo.
La struttura architettonica della chiesa, per molti secoli ha fatto ipotizzare una suddivisione del tempio sacro originale a tre navate con senso trasversale rispetto all'attuale stile. Oggi si è propensi ad annoverare San Giovanni Battista in Castelnuovo tra le rare chiese abruzzesi a due navate. L'ingresso in corrispondenza della navata posta a sinistra è articolato da due edicole voltate a crociera, sotto quella di destra vi è collocata una suggestiva fonte battesimale a forma di vasca. Sulle pareti spiccano frammenti di affreschi votivi risalenti al XV secolo della scuola dell'artista locale Giacomo da Campli con la figura di Santa Caterina d'Alessandria, e un'altra splendida immagine votiva di Frà Marino Angeli con la Madonna di Loreto. In fondo alle due navate trovano posto altari cinquecenteschi in legno intagliato e dipinto di notevole fattura artistica. Particolare e di straordinaria qualità è il Crocifisso posto sulla controfacciata risalente ai primi decenni del Quattrocento, attribuito alla bottega fiorentina del Ghiberti. Molto interessanti sono una Pietà lignea, e una Madonna in Trono con il Bambino di terracotta opere datate all'inizio del XVI secolo. Vi è anche custodita una tela con l'immagine sempre della Pietà di Paolo de Matteis pittore vissuto a cavallo del Seicento e il primo Settecento. La torre campanaria edificata nella seconda parte del Quattrocento è sovrapposta alla Porta Angioina. Il coronamento di archi pensili in cotto, può essere collegato a modelli di architettura introdotti nel Piceno e nel teramano dal lombardo Antonio da Lodi che sempre a Campli è autore dell'ottagono del campanile di S. Maria in Platea.

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