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Svetta sulla cima di un colle che si alza a ridosso della vallata del torrente Goscio, affluente del Salinello, nel territorio comunale di Campli.
Si trova nella frazione di Floriano, più precisamente nella contrada di Floriano di Sopra. Ha origine nel XIII secolo, per volontà dei monaci benedettini della congregazione cassinese, l'area ricadeva nella sfera d'influenza dell'abbazia di Monte Santo, nei pressi di Civitella del Tronto, tra i maggiori centri monastici dell'area. Il feudo del vicino castello di Floriano, oggi scomparso, era stato acquisito dai monaci nel secolo precedente. Nel 1251 quindi si decise di erigere una nuova parrocchiale, amministrata dalla comunità florianese, riutilizzando una chiesa già esistente posseduta dai benedettini. Viene segnalata nei registri delle tasse del 1324, dove si comprende che non era più sottoposta ai cassinesi, ma era passata sotto la giurisdizione di Campli, compresa nella diocesi aprutina. Si legge nel 1329 il nome di primi rettori, in quell'anno era gestita da Agnello di Roberto di Ascoli. l'anno successivo anche il castello di Floriano ed i diritti sul suo feudo, vengono acquistati dalla cittadina; nel 1338 la chiesa è retta da Pietro da Montorio. Più interessante è il periodo seguente, quando il patronato della comunità florianese, comincia a essere ceduto al convento agostiniano di Sant'Onofrio a Cesenà. Nel 1369 infatti è il priore di quest'ultimo a eleggerne il parroco. Sul finire del trecento il ruolo è di Giambattista Tosti, appartenente ad una nobile famiglia camplese. Scarse saranno le notizie per il secolo successivo, ricompare nel 1548, retta da un altro membro dei Tosti: Ottavio. Nel 1588 per volontà di Papa Sisto V, viene inserita nella nuova diocesi di Montalto, insieme ad altri beni legati al monastero di Monte Santo. La nuova istituzione era nata due anni prima per merito del pontefice, che aveva scelto come sede l'omonima cittadina marchigiana, dove la sua famiglia aveva avuto origine. La permanenza della chiesa nella nuova diocesi però è di breve durata, già nel 1600 viene incorporata nella neonata diocesi di Campli, istituita stavolta per volontà di Clemente XVIII. Nel 1686 è attestata la presenza della Confraternita del Rosario, della quale si hanno notizie fino al 1723. Da questo momento inizia una fase di decadenza, la ritroviamo infatti trasformata in abitazione rurale nel secolo successivo, citata dallo storico Niccolò Palma. Viene ricostruita e riconsacrata nel corso del XX secolo.
Oggi infatti la vediamo in una veste moderna, sebbene sono visibili ancora tracce di murature della struttura precedente. Collocata sopra una piattaforma rialzata rispetto alla sottostante piazza, raggiungibile salendo da una rampa oppure tramite la scalinata a lato della costruzione. Sempre nella parte inferiore c'è un piccolo giardino alberato, salta all'occhio l'altare per le celebrazioni all'aperto impreziosito da un lato da arcate in mattoni, contenenti lastre di pietra scolpite. Saliti si riesce ad osservare meglio la struttura dell'edificio sacro, dal perimetro rettangolare, pochi sono gli ornamenti. Una fascia corre lungo il bordo del tetto, continuando anche sul retro, a formare un timpano triangolare. Sul lato destro si trova anche il piccolo portale laterale, abbastanza simile a quello principale che si apre sulla facciata. Quest'ultimo si raggiunge attraverso una breve scalinata, è contornato da una cornice di pietra bianca e protetto da una tettoia. Più in alto si apre una finestra rotonda con vetrate dipinte; sul lato sinistro un contrafforte sorregge un piccolo campanile a base quadrata, esteticamente più elaborato rispetto al resto. Termina al di sopra della cella campanaria con una cuspide a base ottagonale, lo affianca su un lato un altro piccolo e semplice campanile a vela.
Anche all'interno si presenta piuttosto sobrio, la pavimentazione è in cotto mentre la copertura mostra capriate lignee. Le pareti sono quasi interamente imbiancate e delle nicchie, aperte nello spessore murario, ospitano alcune statue. L'unico elemento affrescato si trova sul fondo dell'area presbiteriale, si tratta di un'opera moderna, risalente al 1988. Sopra l'ingresso è appollaiata la cantoria in legno; si aggiunge infine che vi è custodito un antico fonte battesimale.

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