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Sante Tanursi, o Santino di Riva, fu un indomito condottiero di ventura originario di Ripatransone. Le prime fonti riguardo a questo personaggio storico, sono riferibili al 1438, quando è al soldo del Piccinino, uno dei più importanti capitani di quei tempi, chiamato da una fazione di Spoleto, che si fronteggiava contro le truppe del papa. Nel 1443 è invece al servizio di una delle massime personalità del Quattrocento, ovvero Francesco Sforza, che lo nomina governatore di Amandola. Dopo pochi mesi i due entrano in contrasto e Santino si sposta nella zona dell'anconetano a Serra San Quirico, dove è il responsabile militare del castello, assediato dalle truppe dello Sforza. Costretto alla resa dopo una furibonda resistenza, causata dal bombardamento delle mura per gli incessanti colpi di bombarda, si dà alla fuga. Pochi mesi dopo è protagonista nel suo borgo natio, a Ripatransone, della difesa del castello, ottenendo una rivalsa militare, contro le truppe al comando di luogotenenti sforzeschi. Sempre nel 1445 è a Pergola nel pesarese, dove coordina la difesa del castello, ma dopo 13 giorni di combattimenti, deve chiedere la resa e viene fatto prigioniero. Una volta liberato contrasta tenacemente l'esercito dello Sforza nel fermano. Nell'ottobre del 1446 è in Romagna, precisamente nel castello di Tomba vicino Rimini, dove subisce l'assedio da parte di Alessandro Sforza e del Duca Federico da Montefeltro, altra sconfitta e anche questa volta è fatto prigioniero. Nel 1447 è in Lombardia, al soldo della Repubblica Ambrosiana, per la difesa del Monte Barro attaccato dai veneziani. Non si hanno notizie certe su di lui fino al 1452 quando lo ritroviamo in Piemonte, dove è inviato questa volta dai veneziani in soccorso del Marchese Guglielmo di Monferrato, a combattere sempre contro lo Sforza. E' ritenuto responsabile di una rovinosa ritirata. Ancora anni di scarse notizie su Santino, ma nel 1460 ricompare nelle cronache, combatte agli ordini di Santoro Pucci, morendo in battaglia.

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