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Meraviglioso quando appare tra la boscaglia, circondato da una ricca vegetazione che insieme al mulino si rispecchia nel piccolo laghetto che lambisce i piedi dell'edificio: visto così sembra uscito da un libro di fiabe. Dislocato a valle della chiesa di Santa Maria in Lapide, poco distante dal cimitero, sfrutta le acque del Fosso del Lago e nonostante le modeste dimensioni contribuiva all'economia dell'alta vallata del Fluvione. Edificato nel 1881 da tale Marco Miozzi ed inaugurato nel 1885, diventa di proprietà della famiglia Orsini nel 1932, continuando a macinare fino al 1983, per essere definitivamente dismesso. Lasciato in uno stato di abbandono, si mantiene comunque ancora bene, conservando intatta la struttura in muratura; perduti sono gli elementi della ruota idraulica mentre le altre meccaniche per la presa dell'acqua appaiono logore. Una storiella che ha per luogo questo mulino parla della caratteristica del suo mugnaio, detto "Trombetta", che era solito segnalare l'inizio del lavoro suonando la trombetta ed avvertendo così i clienti nei paraggi. Immancabile una visita, data la facile raggiungibilità e l'estrema spettacolarità del contesto in cui è inserito.

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