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Come ogni centro, soprattutto nelle Marche, anche Santa Vittoria è munita di un suo teatro.
Un tempo questo conservava l'allestimento interno tipico di questi edifici, con i palchetti in legno, la piccionaia e la platea, il tutto riccamente decorato. Oggi dopo vari restauri si è persa la parte storica ma lo troviamo ancora attivo in chiave moderna. La sua storia va a fondersi con quella del vecchio palazzo comunale. La sua storia è legata alle opere dell'abate Oderisio, religioso a capo del potente monastero farfense tra il 1235 ed il 1238, nonché eletto anche podestà del comune. Provvede nel 1236 a costruire la torre che oggi si fregia del suo nome, svettante sopra la porta detta di San Salvatore. Insieme a quest'opera acquista anche una casa, per collocarvi gli uffici comunali. Questi rimarranno attivi fino alla soppressione dei conventi del 1861, durante la nascita del Regno d'Italia. Tornando indietro, sul finire del XVIII secolo anche il centro iniziava a pensare di dotarsi di un teatro. Nel 1808, si crea una società tra i vari cittadini più facoltosi, per trovare una sistemazione alla struttura. Infine si raggiunge nel 1812 un accordo col comune, che mette a disposizione un salone posto nell'allora municipio, col vincolo di mantenere la proprietà delle mura e del tetto e di due palchetti. Alla società rimane il possesso del resto degli interni e le spese per mantenerli in buono stato. Si reputa che probabilmente viene incaricato del progetto l'architetto ticinese Pietro Maggi, molto attivo nella zona e già progettista del Teatro dell'Arancio di Grottammare. Nel 1815 terminano i lavori e si provvede ad inaugurarlo col titolo di "Teatro del Leone", riprendendo uno stemma scolpito nella porzione dell'edificio posta all'interno della cinta muraria. Viene risistemato già nel 1824 fino al 1828. Secondo altre fonti invece, si propone il 1829 come data di erezione del teatro per merito dell'architetto Basili, mentre nello stesso anno viene fondata la compagnia filodrammatica residente. Si registra un'abbandono delle scene già nel 1863, quando lo stabile viene dato totalmente in mano ai privati. Da qui le notizie scarseggiano, vi si celebrano i fastosi festeggiamenti per il XVII centenario dalla morte di Santa Vittoria nel 1950, rappresentandovi il dramma teatrale sulla vita della Santa. Un incendio però lo distrugge nel 1965, perdendo così l'allestimento originario. Viene poi risistemato, andando a modificare l'aspetto interiore ed utilizzandolo anche come sala cinematografica. L'interno perduto mostrava la struttura tipica dei teatri dell'epoca, con tre ordini di palchi disposti a ferro di cavallo intorno alla platea. In ultimo, viene risistemato con l'assetto originario dopo il terremoto del 1997.
Il teatro in parte occupa, come già detto, lo stabile del palazzo comunale risalente al medioevo, appoggiato alla cinta muraria. Inoltre l'area del palco e delle quinte si trovano su una porzione del palazzo affacciato nella piazza antistante la torre, più moderna rispetto all'altra struttura medievale. L'ingresso avviene da un portale lungo il corso principale, aperto su un terzo edificio ottocentesco, da qui si sale una scalinata fino a livello del teatro, posto al primo piano degli edifici. Nella parte bassa sono presenti ambienti adibiti ad altri usi. L'altra porzione, quella medievale, mostra ancora alcuni rilevanti rimanenze dell'epoca come i residui di alcuni accessi chiusi, contornati da cornici. Una grande arcata lascia intuire la presenza di una loggia. In alto svetta il leone dal quale trae il nome, probabilmente uno stemma nobiliare, scolpito sulla pietra arenaria. la parte più moderna riprende invece uno stile neorinascimentale, con una serie di portali in bugnato nella parte bassa, finestre con mensole lavorate e lunotti sulla parte superiore, intervallati da una fascia marcapiano. L'interno oggi mostra poche decorazioni ed è quasi totalmente imbiancato, salvo alcune sobrie pitture sul soffitto, i drappeggi sono invece in velluto rosso. Nella platea pavimentata in legno, si dispongono le poltroncine per gli spettatori e ci si può accomodare anche nei vari palchetti.

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