Di stile neoclassico, l'edificio è intitolato a Ventidio Basso, generale romano originario di Ascoli che si distinse per molte imprese militari, tra cui la spedizione in Asia minore che lo vide vincitore.
Il teatro sorge in via del Trivio, nelle vicinanze della centralissima Piazza del Popolo.
Il progetto originario fu di Ireneo Aleandri, lo stesso che ideò anche l'imponente Sferisterio di Macerata e il Teatro a Spoleto. L'inaugurazione avvenne nel 1846: con la sua facciata neoclassica in pietra di travertino (peculiarità ascolana), e con il suo colonnato centrale di sei colonnine in stile ionico, il Ventidio è sicuramente uno degli edifici più affascinanti della città.
L'atrio è ricco di nicchie e statue, opera dei fratelli Giorgio ed Emidio Paci, artisti di lignaggio di Ascoli, e da un soffitto a cassettoni in stucco. L'interno della sala è composto da quattro ordini di palchi suddivisi in 23 palchetti ciascuno, eseguiti a loggione e a galleria; la capienza è di 840 spettatori.
I pregevoli stucchi, sempre opera dei fratelli Paci, abbelliscono il foyer (parte dell'edificio adiacente alla sala teatrale), e sono su disegno dell'architetto Giambattista Carducci. Qui è presente anche un grande dipinto a olio su tela (1911) raffigurante l'arrivo di Giuseppe Garibaldi al Gianicolo, opera di Massimiliano Gallelli.
Notevoli sono gli affreschi di Ferdinando Cicconi, che decorò anche altri prestigiosi teatri marchigiani nella seconda parte dell'Ottocento.
Dopo decenni di lavori di restauro l'edificio venne riaperto nel 1994, ed è un suggestivo esempio del teatro all'italiana in voga tra il XVIII e il XIX secolo.
Testo elaborato da un articolo di Rosanna Di Marco Liberi, 2015.
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