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Famosa per la leggenda della "Repubblica di Senarica" che a partire dal XV secolo, avrebbe governato su un minuscolo territorio fino ad essere dismessa in epoca napoleonica.
L'abitato si aggrappa sopra una rupe a strapiombo sul fiume Vomano. Il nome deriverebbe forse dagli allevamenti di asini che probabilmente erano caratteristici dell'area. La tradizionale leggenda della repubblica prende vita nel XIV secolo, durante il regno di Giovanna d'Angiò e narra che quando ci fù l'invasione dalle truppe viscontee, queste si scontrarono con l'eroica resistenza degli abitanti di Senarica e Poggio Umbricchio. Furono così premiati dalla regina con l'elevazione al rango di repubblica e con l'investitura dei suoi cittadini, al titolo di baroni.
La Repubblica di Venezia, anch'essa nemica dei Visconti, decise di premiare la piccola istituzione montana dichiarandola "Serenissima Sorella" e per gratitudine questa adottò statuti simili a quelli dei veneti. Inoltre pagavano a Venezia una tassa annua per la protezione ed eleggevano il proprio rappresentante chiamandolo Doge, di questi esiste anche una lista cronologica, quando la "Sorella Maggiore" entrava in conflitto, il piccolo centro inviava anche due soldati. Della repubblica però se ne inizia a parlare solo nel XVIII secolo ed è citata in altri documenti nel secolo successivo, si narra anche che viene interdetta nel settecento, da Re Ferdinando IV che aveva deciso di indagare sull'istituzione, si vuole però che il suo scioglimento ufficiale sia avvenuto nel 1804, per mano di Gioacchino Murat.
Il primo a dubitare della sua esistenza è lo storico camplese del XIX secolo: Niccola Palma che lamentava una scarsità di fonti a sostegno della vita repubblicana, altri studi nel secondo dopoguerra condotti dal giornalista e storico Raffaele D'Ilario, hanno definitivamente smontato la leggenda. Comunque la tradizione si è talmente radicata tanto che vengono tuttora organizzate conferenze e vengono eretti monumenti celebrativi in sua memoria, mentre gli abitanti del borgo vengono ancora chiamati Baroni.
Le origini del centro risalgono però probabilmente al basso medioevo, infatti non è citato prima del XVI secolo nonostante la chiesa parrocchiale abbia origini almeno trecentesche, mano a mano il borgo si sostituirà al vicino castello di Poggio Ramonte che nel 1420 risultava già abbandonato dai suoi signori. Altra tradizione vuole che il castello e Senarica siano lo stesso posto, ma in alcune mappe il castello è segnato sulla sponda sud del Vomano, di fronte al borgo senarichese, inoltre per il periodo in cui le due identità coesistono, queste vengono sempre citate in maniera separata. Altre notizie segnalano che nel 1532 i signori di Poggio Ramonte sono patroni della chiesa di San Proto e soprattutto nel 1577 Íñigo López de Hurtado de Mendoza, Marchese di Mondéjar e vicerè di Napoli riconosceva ai nuovi abitanti del feudo, di diritto longobardo, i privilegi dei loro predecessori; nel 1610 anche il Vicerè Conte di Bonavente glieli riconferma.
Probabilmente qui inizia a nascere la leggenda visto che sia Senarica che Poggio Umbricchio ricadevano nel diritto longobardo, quindi erano retti dalle famiglie che li abitano, eleggono autonomamente i propri rappresentanti e sono dipendenti solo dal Re, dove anche le proprietà vengono spartite tra tutti i figli e non solo al primogenito. Forse per un'errata interpretazione da parte degli abitanti si inizia a confondere questi privilegi con l'istituzione repubblicana, mano a mano si andrà diffondendo fin quando nel XVIII secolo comincia ad essere riportata anche in alcuni documenti ufficiali.
L'arrivo dei francesi nel Regno porterà grandi sconvolgimenti in paese, innanzitutto con l'eversione della nobiltà anche i baroni di Senarica perdono gli antichi privilegi, in più esplode la guerriglia antifrancese nell'area e nel 1807 è costretto anche a pagare per il sostentamento delle truppe napoleoniche. Con le riforme territoriali di Gioacchino Murat viene annessa al comune della Montagna di Roeseto, nel circondario di Montorio che nel 1813 si dividerà nei comuni di Cortino e Crognaleto ricadendo nel territorio di quest'ultima. Il brigantaggio tornerà ad infestare furiosamente l'area dopo l'Unità d'Italia con grandi difficoltà per il neonato comune di Crognaleto. La notorietà del paese è anche legata all'opera della scrittore teatino Giuseppe Mezzanotte, che le dedicò la Tragedia di Senarica, pubblicata a Napoli nel 1887. Nel novecento l'area si andrà spopolando inesorabilmente ed oggi nonostante ci siano diversi residenti, si ripopola d'estate.
La strada che raggiunge il paese attraversa la piazza principale per poi proseguire, qui sorge la parrocchiale dedicata ai santi Proto e Giacintoed anche il il monumento che ricorda la presunta repubblica, alcune panchine ed un piccolo parco giochi per i più piccoli. Inizia qui la salita verso la parte alta dell'abitato tramite la via principale che serpeggiando fra le case si dirama in altre stradine più piccole, man mano che si prosegue le abitazioni diventano più antiche ed interessanti. Caratteristica è la Casa Franca, con le sue architravi scolpite con simboli e scritte, continuando si raggiunge Largo Vescovile dove percorrendo la piccola via sopra la fontana si arriva ad un passaggio coperto che introduce una bella casa cinquecentesca con lo stemma dei signori di Poggio Ramonte. Una serie di scalinate riconduce alla strada principale che smette la ripida salita su uno slargo dove una terrazza permette di godere di un bel panorama, in alto si trovano alcuni ruderi in mezzo alla vegetazione, probabili resti del primo insediamento, raggiunta la strada asfaltata si esce dal paese. Nei dintorni crescono i castagni di Senarica che producono una varietà di frutti molto apprezzata e ben rappresentata da una sagra che in Ottobre raccoglie numerosi visitatori in questo bell'angolo dell'alta vallata del Vomano.

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