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Sorge al centro del borgo montano di Servillo, risale molto probabilmente al XV secolo.
La prima citazione della chiesa è nel 1297 quando era sottoposta, col nome di Santa Maria di Servillo, alla pieve di San Salvatore di Pagliaroli, centro del potere politico e religioso della zona e feudo del Vescovo di Teramo. Sul finire del XIV secolo, durante il regno di Ladislao d'Angiò, i feudi saranno venduti alla famiglia Acquaviva che solitamente assumeva anche il patronato delle chiese, sembrerebbe però che questa zona continuerà ad essere amministrata dal vescovo. Infatti nel 1526 la chiesa pagava le decime alla diocesi teramana ed ancora nel 1582, sempre per mano del porporato, viene unita a quella della pieve di San Salvatore. Un secolo più tardi si legge che la parrocchia era tornata autonoma ed il patronato era passato ad una delle più facoltose famiglie di Servillo, quella dei Rozzi. Uno dei suoi membri: Don Giuseppe ne era anche rettore ed aveva anche stabilito il Beneficio di San Bonaventura, lo si legge nel testamento di uno dei suoi parenti, datato 1682, che lascia il beneficio ai suoi discendenti che nel 1747, non riuscendo più a provvedere alle clausole, lo cedono al parroco di Pagliaroli insieme ad altri possedimenti. Intanto nel 1734 viene costituita nella cappella del Santissimo Rosario per l'omonima confraternita, con l'approvazione dei monaci Domenicani di Teramo. Nella visita pastorale del 1753 il vescovo ordina ai residenti di provvedere, con delle somme di denaro, al mantenimento della cappella del Santissimo Sacramento, nel 1788 è segnalata ancora la cappella dedicata al Rosario, passata l'occupazione francese nel 1816, il vescovo di Teramo continuerà a ricevere le rendite della chiesa.
Interessante è notare come il nome attuale sia da riferire alla Madonna della Mercede, culto che si diffuse a partire dal XIII secolo, soprattutto in Spagna che importò poi in Italia, in analogia si cita il folklore locali che chiama gli "Spagnoli" gli abitanti di Servillo. Il semplice edificio in pietra arenaria e travertino fluviale, lascia trasparire alcune tracce del suo passato, sul lato esposto ad est si trova il vecchio ingresso murato, con la stretta arcata che sormonta l'architrave. La facciata è semplice e vi si vede ancora una piccola finestra chiusa, con lo stile simile alla vecchia porta, il nuovo portale è raggiungibile tramite alcuni scalini che proseguono scendendo dal terrapieno, fino a raggiungere la strada sottostante.
In campanile a vela con due campane, si alza al centro della facciata, le catenelle per suonarle scendono fino a fissarsi su uno spuntone al fianco del porta, l'interno con una sola navata, è privo di abside ed ospita un piccolo altare.

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