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Chiamata "Porta di Amandola" perché si apre sulla strada che conduce verso il capoluogo montano, si trova sul perimetro sud-orientale del paese. Meno maestosa e monumentale rispetto a Porta Clementina e Porta Pia, mantiene comunque un certo gradevole stile, riferibile al neoclassico, come è visibile anche in tutto il resto della cittadina ideale. Viene costruita nel 1776 probabilmente sotto la supervisione di Luigi Paglialunga, seguendo il progetto del nuovo abitato dell'architetto romano Virginio Bracci, voluto da Clemente XIV nel 1769. Nel 1799 assiste all'assalto delle truppe francesi ed al saccheggio del paese, durante la Prima Repubblica Romana che aveva soppresso le autorità pontificie, causando la rivolta di parte della popolazione.
Partendo dalla grande piazza col municipio e la chiesa parrocchiale, si procede dalla parte opposta di quest'ultima, nella via che taglia in due l'abitato, passando tra i palazzi nobiliari dei Monti, dei Filoni e dei Navarra. La porta si apre alla fine della strada con la sua struttura architettonica, caratterizzata da una coppia di semipilastri ai lati dell'arcata, che si elevano con un motivo a fasce dal piedistallo, che si allarga alla base. Tra le due lesene, si trovano alcune rientranze con scopi ornamentali, nelle quali si rilevano tracce di intonaco, come anche sui capitelli sopra i semipilastri e sulle spalle dell'arco. La parte superiore dell'ingresso mostra un ampio cornicione, che corre lungo tutto il perimetro della struttura, oltre si vede ancora una porzione di muro dalle superfici curve e dallo scopo puramente ornamentale. Si nota infatti una continuazione dei semipilastri più in basso, che si concludono in alto con dei pennacchi in pietra, i due all'esterno terminano con una sfera sulla cima, mentre gli altri con dei piccoli obelischi.

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