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Grande palazzo padronale ai piedi della frazione di Gabbiano a Comunanza.
Un tempo proprietà della famiglia Nardinocchi e tra i probabili abitanti, agli inizi del XIX secolo, si ricorda il medico Pietropaolo. Lo stabile si trova all'ingresso dell'abitato, fronteggia il largo incrocio che funge da piazza e gli si affacciano anche la chiesa ed il lavatoio pubblico. Si notano varie fasi costruttive nella composizione dell'edificio, sulla destra la parte più antica, munita di loggiato e riconducibile al XVI - XVII secolo. Su questa si aggiunge la parte destra, meglio costruita e con uno stile architettonico più definito, con elementi neoclassici e risalente al XVIII - XIX secolo. Gli interventi di aggiornamento e conservazione continuano fino ad oggi, infatti il bene è ancora abitato ed in buono stato di conservazione.
L'edificio ha una pianta irregolare, il che denota le varie fasi costruttive, la parte destra mostra un corpo a pianta quadrata, al quale si aggiunge il loggiato sul fronte orientale. Sul lato meridionale si aggancia il nuovo palazzo, a pianta rettangolare ed inclinato rispetto al corpo originario. Il complesso è realizzato in arenaria locale con diversi inserimenti in mattoni; trascurabile la presenza di ornamenti in travertino, riscontrabili al solo portale principale. Il corpo di destra è stilisticamente meno curata, probabilmente ospitava una parte dei locali di servizio. Quasi sull'angolo si apre l'ingresso secondario di gusto ottocentesco, ornato da una cornice in mattoni con mensole e basamenti lavorati. Simile a quella del portale principale, è la rosta in ferro battuto montata nel lunotto sopra l'ingresso, a protezione di una vetrata. Più in alto il loggiato in mattoni si collega al piano nobile dell'edificio, facendo pensare ad un luogo di soggiorno estivo dei proprietari. Graziosa è la piccola porticina al centro della facciata, sovrastata da una finestra con le cornici in pietra ed architrave in legno, espediente riutilizzato nelle altre aperture dell'edificio. Sul fronte rivolto verso la chiesa non vi sono peculiarità di sorta, le finestre mostrano un'architrave in cotto ed al pianterreno, i vecchi ingressi sono stati sostituiti da moderne saracinesche.
Il palazzo principale mostra la sua sobria facciata, con un basamento leggermente scarpato, dove salta all'occhio il grande ingresso aperto sulla sinistra. Unico elemento architettonicamente elaborato, ha una cornice in travertino e manca la chiave dell'arcata superiore, sostituita da mattoni. La affiancano due semipilastri sempre in laterizio, con capitelli lavorati che sorreggono un'architrave coperta da un'accenno di tettoia. Un tempo il piano stradale doveva essere più in basso, infatti oggi l'accesso è raggiunginile scendendo alcuni scalini, in una piccola fossa ritagliata sull'asfalto. Altro piccolo ingresso si trova dalla parte opposta della facciata, sempre al pianterreno le finestre hanno forme e dimensioni variabili. Più regolari quelle del primo piano, sottolineate all'altezza della base, da una fascia in mattoni che corre per tutta la lunghezza del palazzo. Stessa cosa per il secondo piano, sebbene qui le finestre siano piuttosto ampie. Un cornicione in mattoni corre sul limitare del tetto, coperto da un manto di coppi.

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