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Monumentale è la parrocchiale di Colli del Tronto con la sua scenografica scalinata che sale dalla sottostante piazza fino al suo ingresso.
In origine vi era una chiesetta dedicata alla santa, nei pressi dell'attuale cimitero e citata già nel 1573 come proprietà dei domenicani di Ascoli, nel 1590 questa sarà elevata a parrocchia per seguire le anime dei Colli del Tronto e della vicina comunità di Pagliare. Sul finire del XVIII secolo i due centri erano cresciuti a tal punto che la chiesetta risultava inadeguata ad ospitare tutti, vennero così create due parrocchie, edificando la nuova chiesa di Pagliare, dedicata a Sant'Antonio ed un'altra a Colli.
La chiesa viene costruita nel 1796 dall'architetto ticinese Pietro Maggi, residente a Montedinove e molto attivo nella provincia, viene aperta al culto nel 1818.
Sarà consacrata dal Vescovo di Ascoli nel 1886 mentre nel 1897, viene commissionato l'affresco della volta al pittore Giuseppe Galanti che lo porta a termine nel 1900, quattro anni più tardi sarà realizzata la cantoria ed installato l'organo a canne, realizzato dal bolognese Adriano Verati nel 1888. Sotto la chiesa viene terminata nel 1927 la cripta, chiaramente ispirata alla Grotta di Lourdes, nel 1974 sarà rifatto il tetto.
Meraviglioso è l'inserimento scenografico che fa la facciata della chiesa sopra la scalinata con le sue bianche balaustre in travertino che scendono con una tenaglia, ricongiungendosi nei pressi della cripta, scendendo poi fino alla piazza. La struttura è a navata unica ed a pianta rettangolare, priva di abside, la stretta facciata è composta da mattoni di due differenti colorazioni, quelli più scuri sono stati utilizzati per le lesene e le cornici che adornano il timpano superiore. Per il portale c'è un'ulteriore bicromia, riportata solo sui contorni dell'ingresso, sopra l'architrave si trova un timpano triangolare. Più in alto corre una piccola fascia che spezza la facciata, fungendo anche da mensola al grande finestrone nel centro, poco sotto è murata una lapide in pietra; conclude l'opera il grande timpano, con le cornici modanate e l'orologio pubblico, svetta sopra al tutto la statua del Cristo Benedicente. Sul retro invece si alza il grazioso campanile, dove si trova un altro orologio rivolto verso l'abitato più in alto; sopra la cella campanaria si trova un cupolotto con quattro piccole guglie agli angoli.
L'interno è puttosto decorato, a partire dal pavimento in graniglia che si caratterizza per i motivi geometrici, le finestre che illuminano l'interno sono vetrate dipinte. Ai lati della navata tra le lesene in finto marmo, gli altari secondari si alternano a nicchie con statue di santi, mentre lungo tutto il perimetro interno corre una cornice poco sopra una fascia dipinta. La volta, anch'essa decorata, si interrompe in corrispondenza dell'arco che precede l'area presbiteriale. Sull'altare maggiore spicca al centro l'opera di Ferdinando Cicconi del 1864: "Martirio di Santa Felicita e dei suoi sette figli", lo separano ai lati due semicolonne da altrettanti dipinti, raffiguranti San Pietro e San Paolo. Sul lunotto in alto, diviso in tre sezioni, è rappresentata la Sacra Famiglia con angeli ai lati, alla sinistra dell'altare si trova la cantoria con l'organo a canne.

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