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Villa Tose o chiamata anche nel tempo anche Toso o Tosi fa parte delle frazioni di Castel di Lama, tra quelle posizionate sul crinale occidentale della vallata del torrente Lama. La storia dell'insediamento si può far risalire forse all'epoca dei romani dato che diversi resti rinvenuti nell'area hanno fatto pensare all'esistenza di una villa romana, nell'alto medioevo l'area ricadeva molto probabilmente nei domini farfensi della vicina corte di Cabbiano. Più tardi la si ritrova tra le pertinenze dell'abbazia umbra di Sant'Eutizio presso Preci, forse la chiesa di San Martino, più antica della villa che la ingloba, ricadeva nelle sue pertinenze. Le prime notizie dell'insediamento con questo nome spuntano a partire dal XV secolo. Nasce infatti a seguito delle migrazioni delle famiglie montane verso la vallata del Tronto che sul finire del trecento era stata promossa dagli ascolani per popolare i suoi confini con Fermo, la famiglia Tosi originaria di Castel Fiorito di Comunanza era tra queste e così è anche spiegato l'origine del nome della località. Precedentemente l'area ricadeva nelle pertinenze di Appignano del Tronto ma nel XVI secolo mano a mano, il Castello della Lama si era andato costituendo comunità indipendente fino al 1543, quando nasce ufficialmente la Podesteria autonoma della Lama e Colli nell'ambito dei castelli ascolani. Nel settecento inizia la costruzione della villa di proprietà della signora Francesca Silvestri, poi l'edificio paesserà alla famiglia Spalazzi che ne farà il centro delle loro numerose proprietà che si estendevano anche nelle contrade di Nardinocchi, Croce, La Morte e San Francesco. La villa sarà il centro delle attività di Giovanni e Maria Spalazzi, ferventi sostenitori dell'Unità d'Italia, Giovanni fu anche sindaco tra il 1869 ed il 1872, alla sua morte nel 1904, la sua eredità viene spartita tra le figlie. Villa Tose passa a Lia, maritata con Giovanni Ercolani che sarà anche lui sindaco tra il 1911 ed il 1929; oggi la villa è di propietà della famiglia Comini. Durante la seconda guerra è sede di parte del comando tedesco dell'area tra il 1943 e l'estate del 1944, quando incalzati dagli alleati, sono costretti alla fuga dopo aver fatto saltare tutti i ponti e le cabine elettriche, dispensando soprusi e violenze alla popolazione inerme. Si arriva nel borgo da un elegante viale che costeggia il giardino della residenza padronale, la strada oltrepassa il passaggio coperto che collega la villa agli stabili adiacenti e si riversa sull'aia, centro della vita contadina a cui il borgo era votato. La villa ed il suo giardino dominano tutto il piccolo insediamento, costituito anche dagli annessi alla residenza padronale e dalle case dei coloni, alcune di costruzione recente e risalenti alla metà del XX secolo. Interessanti sono i caseggiati della servitù, collegati al palazzo tramite il ponte, nei primi catasti infatti risalgono al XVII secolo ed erano la villa di un altro ricco possidente che verrà acquisita e destinata ai servizi. Inglobata nella dimora storica si trova la chiesetta di San Martino che amministrava i sacramenti nella zona, tutto intorno il pregevole giardino, purtroppo a causa degli anni sia la villa che la chiesa versano in cattivo stato e si attende il restauro dell'importante e pregevole proprietà.

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