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Si trova lungo la ripida strada che da Palazzo Massi Mauri, sale fino a Palazzo Sacconi e alla Piazza Umberto I, con la chiesa di San Nicolò, il palazzo dei Presidi e quello dei priori. A partire dal XV e dal XVI secolo, vengono realizzate le prime abitazioni addossate alla cinta muraria, poi inglobandole nel XVIII secolo, si realizza il nuovo fabbricato con le forme attuali.
Durante il periodo risorgimentale, si vede l'arrivo nella cittadina montaltese dell'avvocato Eugenio Verdi, fuggito da Mantova, a quel tempo parte dell'impero austroungarico e sede di rivolte da parte dei sostenitori dell'Unità d'Italia. L'avvocato si stabilisce in pianta stabile in paese e sposa una donna del luogo, qui visse anche Clodoveo Verdi, che divenne prefetto di Macerata e si adoperò per far restaurare il palazzo, tra il XIX ed il XX secolo, in concomitanza con la costruzione del nuovo palazzo Sacconi e le sistemazioni di quello vecchio. Nella seconda parte del novecento si ammodernerà la struttura, con la sostituzione dei solai e del tetto con opere in cemento. Subisce danni nel terremoto del 1997, due anni più tardi si inizia un nuovo restauro, che si protrae fino al 2001.
Molto gradevole con la sua linea piuttosto armonica, nonostante sia costruito lungo un ripido dislivello, ha ben conservato i canoni architettonici che richiamano lo stile barocco. L'edificio si alza per quattro piani, di cui gli ultimi due erano destinati all'alloggio dei proprietari, gli ambienti mostrano soffitti con volte realizzate in camorcanna affrescate. Al centro della facciata, interamente intonacata, si trova l'ingresso principale, che spicca con una colorazione differente rispetto al resto. I basamenti ed i colletti dell'arco sono ornati da una cornice modanata, la chiave di volta invece, monta un riccio in pietra bianco; gradevole è il timpano con la grande cornice ad arco spezzato, che vi si trova sopra.
Fasce marcapiano in mattoni corrono lungo i basamenti delle finestre del pianterreno e del primo piano, queste sono contornate da una cornice piuttosto semplice ma dalla linea elaborata, con spigoli e curve nella porzione superiore. L'ultimo piano mostra ancora una fila di finestre ma con una cornice piuttosto scarna, al di sopra corre il cornicione lavorato dove si appoggia parte del tetto.
Il piano seminterrato è accessibile da un'altra porta della facciata, posta ad un angolo della struttura, all'interno presenta ambienti voltati e l'inizio di alcuni tipici cunicoli scavati nel terreno, ma ora chiusi.
Sul retro si affaccia un giardino pensile, da dove si può ammirare il nuovo Palazzo Sacconi e la cinta muraria.
La struttura è privata e non visitabile liberamente.

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