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Uno degli ultimi personaggi storici di Servigliano a nascere nel vecchio castello.
Clemente viene al mondo nel luglio del 1756 da una nobile famiglia locale, figlio di Luigi e di Rosaria Iaffei di origine borghese, è l'ultimo di sette figli. Dopo gli studi decide di dedicarsi alla carriera militare, sulle orme del padre che è capitano dell'esercito pontificio. La famiglia è stata sempre attiva nella vita politica della zona, ha diversi incarichi pubblici, si ricorda anche il fratello maggiore Giuseppe Maria, avvocato e poi religioso. Avevano anche assistito al trasferimento dall'antica Servigliano al nuovo "Castel Clementino", dove costruiscono il loro nuovo palazzo. Si sposa con la nobile Rosa Calderoni di Velletri, nel 1783 nasce il figlio Luigi. Sale alla ribalta durante l'insorgenza negli stati pontifici e l'esperienza della Repubblica Romana tra 1797 e 1799, appoggiata dall'esercito rivoluzionario francese. Gli si oppongono i sostenitori del Papa e delle precedenti forme di governo, Servigliano e Sant'Elpidio a Mare sono sedi della ribellione. In quanto politico e militare del precedente ordinamento, nonché uomo capace ed esperto, si mette a capo della popolazione insofferente verso il nuovo governo. Prende contatti col prete brigante don Donato de Donatis, guida delle bande sanfediste in Abruzzo, anch'egli feroce anti repubblicano. Con lui il Navarra si coordina con altri ribelli nel Regno di Napoli e negli Stati Pontifici, per una grande rivolta in massa contro i francesi. Nel 1799 fa pubblicare e affiggere un manifesto dove chiama alle armi tutti i volontari disponibili nell'area, si presentano 240 uomini dai centri della vallata del Tenna. Contrario alla pubblicazione è il parroco di Curetta, che prevede ritorsioni dei francesi e consiglia prudenza. Con le nuove forze reclutate il Navarra si dà alla macchia nei pressi della vecchia Servigliano, nel frattempo tenta di trovare consensi per la rivolta tra la popolazione. I francesi non rimangono a guardare e stando alle cronache, organizzano una spedizione punitiva contro Servigliano. Partono da Fermo e si recano fino alle Piane di Falerone, reclutando ogni uomo da qui attaccano il mulino serviglianese difeso da un piccolo drappello di uomini. Tra questi il figlio di Clemente, Luigi, che a soli sedici anni viene ucciso durante gli scontri. I francesi si dirigono poi in paese, entrati lo trovano deserto dandosi quindi al saccheggio, in particolare contro il palazzo dei Navarra. Clemente cerca comunque di riorganizzare i sopravvissuti agli scontri, radunate le truppe si reca ad occupare Fermo, abbandonata dall'esercito francese, su ordine del Generale Giuseppe La Hoz Ortiz. Quest'ultimo aveva militato con l'esercito napoleonico fino al suo arrivo in Italia, dove diserta e si mette a capo dell'insorgenza. Inoltre nomina Brigadiere Generale il Navarra, mettendolo a capo delle forze armate tra il fiume Tenna ed il Tesino. Clemente si reca con lui ad assediare Ancona, l'operazione è un disastro, la diserzione delle sue truppe è alta, La Hoz lo fa anche arrestare come responsabile delle defezioni. Viene presto liberato ma ormai la sconfitta è palese, soprattutto dopo la morte del generale durante gli scontri. Ma l'occupazione francese e la repubblica erano agli sgoccioli, in breve ritorna il Papa e si ripristina il precedente regime. Dal 1803 non ci sono notizie confermate, durante la parentesi napoleonica e la fase murattiana, forse è sempre a servizio del regno napoletano. Dopo la restaurazione, chiedere al Papa e al re Ferdinando IV di Borbone riconoscimenti per la sua fedeltà e i suoi servigi. Non ci assistono documenti, ma sembra che gli fossero riconosciuti il titolo di conte, il grado di colonnello ed anche incarichi a Roma. Ignota è la data della morte che alcuni attestano intorno al 1830.

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