login
cerca

Dedicata a Lorenzo martire, la chiesa a navata unica è un vero e proprio scrigno di tesori d'arte. Edificata nel XIII secolo dai religiosi cistercensi del monastero di San Marco alle Vene, sito sotto Colle San Marco di Ascoli Piceno, che amministrerà i beni di San Lorenzo fino al 1385. Verrà quindi ceduta alla nobile famiglia degli Sgariglia, che se ne prenderà cura fino al XX secolo. In principio l'ingresso alla chiesa avveniva attraverso due portali, come per tradizione medievale uno per gli uomini e uno per le donne che partecipavano alla messa separati. Le porte erano coperte da una tettoia e successivamente, quando la chiesa divenne nel XV-XVI secolo sede del sindacato di Acquasanta, nei suoi spazi sarà costruita la Sala del Parlamento, dove avvenivano le assemblee pubbliche degli abitanti del territorio di Paggese. La porta delle donne venne chiusa dalla nuova sala, mentre la porta degli uomini è ancora oggi uno degli accessi al luogo sacro; nel frattempo, nel XV secolo, era stato costruito anche un ospitale per i pellegrini, mentre iniziavano a venir erette dai patrizi locali diverse cappelle votive, che per tutto il XVI-XVII verranno investite di offerte e donazioni. Nel 1589 verrà colpita da un fulmine che distruggerà il campanile; in seguito ricostruito, verrà anche incendiata la canonica con l'archivio dai piemontesi, durante gli scontri del 1861 con i lealisti pontifici locali, che in seguito verranno chiamati briganti. I resti della canonica che si trovavano addossati all'attuale facciata vennero demoliti, lasciando spazio per una nuova, costruita nei primi decenni del XX secolo con il portale costituito da materiali di recupero ed un nuovo rosone, che ancora oggi decora la piazza del paese.
All'interno si rimane immediatamente colpiti dal pavimento originale del XVI secolo in travertino levigato dai secoli di calpestio, che presenta ancora le fosse sepolcrali nobiliari, coperte dalle caratteristiche lapidi con l'epitaffio e lo stemma. Un'arcata divide la navata dall'abside, dove trova spazio l'altare maggiore, illuminato da un'elegante bifora. Notevole è anche il trittico dell'Alemanno del XV secolo, voluto dai canonici della famiglia Sgariglia e rappresentante una madonna con bambino tra San Marco e San Lorenzo, che spicca sulla parete meridionale dell'aula sacra. L'opera è frutto di uno smembramento del polittico originale, che prevedeva altre tavole, ora disperse, e la cornice che le custodiva tutte, riconducibile al biennio 1482-84 e alle opere giovanili del pittore germanico. Il trittico è Affiancato dal fonte battesimale sempre della stessa epoca, e un'altare rinascimentale del 1580, voluto dalla confraternita del Corpo di Cristo e costruito da tale Mastro Berto, dove alloggia una statua di Sant'Antonio da Padova. Notevole è il tabernacolo tardogotico in travertino, dedicato alla Natività, costruito da artigiani locali per volontà di Ser Vanni da Paggese nel 1510, periodo di pestilenze, guerre e carestie. Due colonne con capitelli corinzi sorreggono una volta affrescata con le figure di Santa Caterina d'Alessandria, San Sebastiano, San Lorenzo e Sant'Emidio; la parte superiore dell'opera è scolpita con diversi motivi. L'insieme è coronato da un frontone triangolare, incorniciato da un fregio dove è raffigurata la scena della natività; agli angoli della struttura si innalzano dei pennacchi scolpiti. Segue ai piedi della chiesa l'altare del 1626, realizzato dalla scuola del Giosafatti: si compone da due colonne laterali che reggono un frontone spezzato, dove campeggia una piccola raffigurazione del Creatore, al centro di una cornice di medaglioni ovali dipinti, trova spazio una tela del pittore ascolano Nicola Antonio Monti della Madonna con Bambino, del XVIII secolo. In passato l'interno doveva essere interamente affrescato, sebbene rimangono poche tracce, come un San Cristanziano, patrono insieme a San Lorenzo di Paggese; alcune fonti documentali citano Stefano di Pietro da Genova, che nel XV secolo va in causa con il sindacato dopo aver decorato la chiesa. Il campanile è posizionato sul lato occidentale del tempio, a ridosso della zona absidale; un tempo era utilizzato anche con scopi difensivi e di avvistamento, testimoniato dalle feritoie da moschetto che si aprono lungo le sue mura. Nel 1932 viene installato l'orologio pubblico e, poco sopra il quadrante, lo stemma degli Sgariglia.

Se vuoi condividere questa scheda sui social, puoi utilizzare uno dei pulsanti qui sotto: