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Sul pianoro che caratterizza la parte alta del capoluogo acquasantano si erge la parrocchiale di San Giovanni Battista, che da secoli accoglie i fedeli tra le sue mura erette nel tradizionale travertino locale. Di antichissime origini, se ne parla per la prima volta nei registri farfensi del 1039, quando gli viene regalata dai nobili longobardi Hilperino e Landi. Nel XIV secolo gli acquasantani ne rivendicano la proprietà eleggendone come rettore Don Jacobo Filippo Bartolomei, ma nel XVII secolo torna sotto il possesso di Farfa. Edificata in origine in stile romanico-gotico, prende l'aspetto attuale a seguito dei restauri del XVIII secolo, quando vengono aggiunti i contrafforti, l'abside e sopraelevato il tetto; un secolo dopo si deciderà di demolire il vecchio campanile e di costruire l'attuale, opera completata nel tempo record di soli due mesi. Gli ultimi restauri avverranno nel XX secolo e daranno alla chiesa l'aspetto attuale, stravolgendone ancora l'assetto originario. Nella spoglia facciata, al centro, si apre una finestra sovrastante il portale, e interessante è il rovinato quadrante dell'orologio pubblico che venne trasferito nel nuovo campanile, nell'800. All'interno sono presenti due dipinti intitolati alla Madonna del Rosario e a quella di Loreto di Giulio Cantalamessa, pittore e noto critico d'arte ascolano del XIX secolo. Le decorazioni pittoriche delle volte e dell'abside vennero effettuate nel '900 da Nicola Dimitri di Treia; sopra all'ingresso principale troviamo inoltre una cantoria con organo.

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