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Nelle valli e nei crinali della montagna ascolana tra il Tronto e il Castellano, dove ancora riecheggiano le gesta dei briganti, si colloca questo storico borgo con i suoi boschi, i suoi orti e un ottimo panorama sui monti circostanti.
Il nome, secondo alcuni, sarebbe di origine longobarda, mentre l'ipotesi più plausibile farebbe riferimento alla presenza di vaccherie, dove si allevavano i bovini. Si ha comunque notizia del borgo già dal medioevo, alle dipendenze dello scomparso castello di Rufignano, e per la presenza dell'antica chiesa farfense di San Gregorio Magno.
Col trasferimento dei dinasti del castello ad Ascoli, Talvacchia diventerà una sua "Villa cittadinata", e i suoi cittadini godranno degli stessi diritti di quelli ascolani.
Data la sua collocazione strategica tra Tronto e Castellano, e la sua posizione elevata a guardia di queste, vide dal XVI secolo in poi, l'avvicendarsi dei vari fenomeni legati al brigantaggio, che raggiungono il culmine tra il periodo napoleonico e l'Unità d'Italia. Durante la parentesi giacobina della repubblica romana divenne addirittura municipio legato ad Acquasanta Terme, ma la Restaurazione ripristinò la situazione precedente.
Conosciuto soprattutto perché dà il nome al ben più famoso lago artificiale creato dallo sbarramento del Castellano dalla vertiginosa diga nel 1960.
L'abitato si divide in due nuclei chiamati "Il colle", il primo che si incontra, e "Talvacchia di là", con le tipiche abitazioni in arenaria, alcune delle quali mostrano pietre scolpite a memoria del ricco passato di questa terra.

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