Pittoresco insediamento poco lontano dal capoluogo ascolano ed ambita meta turistica. La tradizione narra che fu fondato dai romani durante le invasioni barbariche, ma in realtà furono i longobardi ad insediarsi su questa lingua di roccia facilmente difendibile, che si innalza sopra il fiume Castellano. Infatti notevole è la necropoli lasciataci dal popolo germanico, che rappresenta uno dei più grandi ritrovamenti altomedievali. Successivamente rivestirà un ruolo importante il convento annesso alla chiesa di San Lorenzo, legato ai farfensi, che diede nuovo impulso all'economia fino a quando, tra XII e XIV secolo, passò sotto l'amministrazione della città di Ascoli. Nel 1360 fu preso dalle milizie di Cola di Macchia, ed in seguito liberato dagli ascolani. Lo stesso accadde successivamente con gli uomini del bandito-nobile ascolano Giosia Saladini nel 1457. Agli inizi del 1500 è documentata la costruzione di una sede municipale che assumeva anche compiti difensivi. L'amministrazione autonoma del borgo rimarrà fino a quando, in periodo napoleonico, diventerà frazione di Ascoli.
L'abitato è abbarbicato sopra un alto costone roccioso che dona particolarità al luogo. Immerso nella vegetazione della ripida valle del castellano si accede dall'unica porta tuttora in piedi. L'interno del borgo è caratterizzato da poche strette vie che collegano le varie piazzette fino a congiungersi sulla parte terminale dello sperone, dove sorge la chiesa di San Lorenzo con la sua torre campanaria. Ogni spazio è stato sapientemente utilizzato dalle varie abitazioni che nei secoli si sono succedute ancorandosi sulla roccia, addossandosi l'une alle altre, creando varie suggestioni mozzafiato nelle poche aperture tra le case in cui è possibile vedere il panorama circostante.
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