Ricco mercante acquasantano che si era dato al brigantaggio, aveva anche sostenuto la causa di Mariano Parisani seguendolo nelle sue scorrerie diventando uno dei membri di spicco della sua banda, dove arrivò a rivestire il grado di capitano. Si unì a lui quando, nel mese di gennaio del 1562, il Parisani era arrivato nell'acquasantano dopo che, compiuto un triplice omicidio, era fuggito da Ascoli e si era dato alla macchia e raggiunta Acquasanta era riuscito a radunare seguaci contro la città.
Partecipò ad alcuni famosi eventi dell'epoca: l'assalto alla frazione di San Vito ed il furto ai danni dei mercanti di stoffe di Sarnano che furiosi per l'accaduto si accanirono contro i criminali ed i paesi dell'ascolano che li proteggevano, pretendento un giusto risarcimento. Dopo la sua parentesi avventurosa tornerà ad Acquasanta a chiedere il perdono nel 1563 e cinque anni dopo l'otterrà grazie all'amnistia dovuta alla pace generale. Ristabilitosi a casa probabilmente continuerà la sua vita da mercante fino alla morte. Dal suo testamento si riesce a a ricostruire il percorso delle sue vicende e delle sue scorrerie in giro per il piceno: Vallicella, Arli, Mozzano, Cerreto, Ascoli fino a Massignano. Sarà uno dei pochi briganti a pentirsi ed a risarcire le sue vittime.
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