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Percorrendo il crinale che costeggia a meridione il lago di Gerosa e la valle dell'Aso, attraversando il passo di Croce di Casale verso Propezzano, si incontra l'incrocio per i paesi di Cossinino da Capo e Cossinino da Piedi. Tra i due ci si imbatte per primo con quello da capo che occupa un piccolo tratto di crinale pianeggiante dove da secoli si avvicendano le coltivazioni. Poco si conosce della storia del borgo: si sa che esisteva già nel medioevo quando nel 1313 viene citato in un atto notarile che conclude un contenzioso sorto tra Ascoli e Santa Maria in Lapide per il possesso di alcuni paesi del circondario. Nel secolo successivo lo ritroviamo compreso nel sindacato di Pizzorullo e di Vindola, sempre nello stato ascolano fino a quando il municipio viene sciolto nel 1808 e con la Restaurazione nel 1816 torna sotto Vindola, nel governo di Comunanza, fino all'Unità d'Italia.
Il paese avvolge la chiesa di Sant'Ilario che ancora si innalza al di sopra di un terrapieno murato, forse realizzato a partire da uno scomparso castello medievale; si accede al borgo da un viottolo che inizia davanti alla fonte paesana. La prime abitazioni che si incontrano sono ancora utilizzate dai pochi abitanti mentre, oltrepassata la chiesa, si scende verso la parte bassa dell'incasato ormai quasi del tutto abbandonata nonostante se ne utilizzino ancora i rigogliosi orti.
Oltre gli scorci interessanti si segnala la presenza di una casa, nei pressi della parrocchiale, dove sono scolpite delle forbici su un'architrave di ingresso. Continuando per la strada principale oppure a piedi, percorrendo la vecchia strada che dal paese scende verso l'interessante e vicina frazione abbandonata di Cossinino da Piedi, si attraversano i muri a secco ed i resti degli orti che sfamavano le popolazioni di questi due villaggi.

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