categorie
percorsi
storia
spiritualità
turismo
percorsi
famiglie nobili
aceti
alvitreti
alaleona
alarcon-mendoza
azzolino
baroncelli
benvignati
boccabianca
bonfini
bonaccorsi
brancadoro
brunforte
caffarelli
camponeschi
carafa
carfratelli
centini
ciucci
crescenzi
da massa
da montepassillo
da monteverde
da pagliara
dal monte
de medici
de sanctis
de sterlich
de angelis
delfico
della rocca
di agoto
ducato di atri
egidi
euffreducci
erioni
falconieri
farnese
flajani
gabrielli
gallo
galosi
gigliucci
giovannini
guiderocchi
guidi
luciani
malaspina
marcucci
martelleschi
masci
massei
melatino
merli
migliorati
miliani
montani
monti da santa vittoria
odoardi
onesti
orsini
paccaroni
pagani
panichi
parisani
peretti
pelagallo
piccinini
piccolomini
quattrocchi
raccamadoro
recchi
rosati
rozzi
sacconi
saladini
ser giacomi
serianni
sgariglia
soderini
tasselgardeschi - sinigardi
tibaldeschi
trasmondi
trevisani
vallorani
vinci
architettura
spiritualità
prodotti
Casale
Castelfiorito
Cerisciolo
Comunanza
Cossinino da Capo
Cossinino da Piedi
Ficocchia
Gabbiano
Gesso
Lago
Lisciano
Monte Giove
Nasuto
Piantabete
Polica
Polverina
Settecarpini
Tavernelle
Valentina
Vallecupa di Sopra
Villa Pera
Vindola
Dall'alto della sua posizione lungo i crinali che dividono l'Aso dagli affluenti del Fluvione, un tempo controllava il territorio con le sue fortificazioni ora perdute. Il nome, secondo alcuni, deriverebbe da una deformazione di Bindolo, un attrezzo tessile che si adopera per fare i gomitoli. Sorto verosimilmente durante il periodo altomedievale, se ne trovano delle tracce scritte a partire dal XIII secolo, quando entrerà nello stato ascolano, nei carteggi dei catasti cittadini compare come sede di un muncipio, munito di proprio sigillo e statuto. Nel 1350 partecipa insieme ad altri castelli della montagna alla ribellione ai danni del tiranno di Ascoli: Galeotto Malatesta, viene successivamente riconquistata dalle truppe a lui fedeli fino alla sua cacciata nel 1353. Dal XV secolo, si legge sui documenti che il sindacato di Vindola viene posto sotto l'amministrazione della podesteria di Pizzorullo, nonostante mantenesse i suoi statuti dei quali si hanno notizie da alcuni documenti del 1574 e del 1602.
Il fenomeno del brigantaggio, esploso a partire dal XVI secolo, investirà il castello che fu sospettato di favoreggiamento, per questo motivo subì l'assalto delle terribili milize corse al servizio del Papato che si diedero a incendi e ruberie. All'inizio del XIX secolo viene inserito, con la nuova organizzazione napolenica, viene soppresso il municipio di Pizzorullo che anche dopo la restaurazione del 1815 sarà diviso tra Comunanza e Rocca Reonile. Vindola diventerà soggetta a Comunanza fino all'unità d'Italia, quando ne diverrà frazione.
Le forme castellane sono ancora visibili nella pianta dell'incasato, un tempo cinto da mura: completamente restaurato e recintato, è stato recentemente trasformato in struttura alberghiera. Presente anche una piccola chiesa dedicata a Sant'Antonio (XIX secolo), ricostruzione di un'omonimo edificio sacro ormai ridotto a rudere che sorgeva nel colle ad ovest dell'incasato.
Molto fiorente era un tempo l'allevamento del baco da seta, tanto che esisteva una stanza nel borgo allestita a questo scopo e diverse piante da tintura che crescevano nei dintorni.
Libri
Autore: Maurizio Mauro
Titolo: Castelli: Rocche torri cinte fortificate delle Marche (I castelli dello Stato di Ascoli) Vol.IV
Autore: Mario Antonelli - Ferruccio Scoccia - Settimio Virgili
Titolo: Borghi da Scoprire... Tesori delle Marche Meridionali Vol. I
Siti Amici
Se vuoi condividere questa scheda sui social, puoi utilizzare uno dei pulsanti qui sotto: