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Il monastero è stato edificato sul declivio del Colle dell'Annunziata con il nome di San Michele Arcangelo, ma oggi è noto con il nome di Sant'Angelo Magno.
San Michele Arcangelo fu uno dei monasteri femminili più ricchi; venne affidato alle monache benedettine, e diverse famiglie aristocratiche ambirono a far entrare in monastero membri delle loro famiglie.
Nella seconda metà del sec. XIII il monastero venne affidato all'ordine delle Clarisse, e data la grande affluenza di fedeli, venne ricostruita l'aula della chiesa e furono rimodernati gli arredi. Un'epigrafe ci rende noto come su volere della badessa Antonia furono effettuati i lavori nel 1292.
Alla fase duecentesca appartiene l'odierna facciata, che presenta il raffinato rosone e le cornici marcapiano, le pareti laterali del presbiterio e la base della torre campanaria.
L'aula della chiesa mantiene le tre navate risalenti al sec. XII.
Tra il sec. XV e il sec. XVI il monastero passò ai monaci Olivetani e la chiesa venne sottoposta a rifacimenti che occultarono quasi del tutto gli elementi medievali: il portale è stato sollevato per via del rialzamento del pavimento dell'aula e la torre venne ricostruita nel 1860-1861 a causa della sua distruzione per via di un fulmine.
Gli affreschi romanici, che grazie al loro spostamento dalla volta presbiterale costruita nel 1492, sono sopravvissuti ai rifacimenti del secolo XV-XVI, rimasero sconosciuti fino al 1940. Sono raffigurati otto Profeti della chiesa che indossano delle tuniche e mostrano dei rotoli di pergamena coi rispettivi brani della Bibbia. Nonostante la fissità dei volti e delle espressioni, le figure sembrano muoversi: gli occhi, dall'espressione esterrefatta, si contrappongono ai corpi più immobili, con lo scopo di indicare lo stupore dei Profeti rispetto alla rivelazione di Dio.

Bibliografia:
Cappelli F., "Guida alle Chiese Romaniche di Ascoli Piceno, città di Travertino", D'Auria industrie Grafica S.P.A, 2006

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