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Antico insediamento attualmente scomparso che sorgeva a nord dell'incasato di Matera, del quale oggi non rimane più alcuna traccia.
Anticamente chiamato "Saxo Pensele" prende il nome da questa sua caratteristica, ovvero di essere appollaiato sopra un ripido sperone di roccia.
È citato nei registri farfensi nel 1039, quando viene donato dai signori longobardi della zona all'abbazia sabina, insieme ai villaggi vicini di Pozza e Umito. Nonostante l'ascesa del potere ascolano sulle terre acquasantane, il castello rimarrà saldamente ancorato ai farfensi fino al XIII secolo quando non compare più nei registri di Farfa nè nelle bolle papali.
Nel 1266 passa in mano Angioina per poi presto tornare nelle proprietà di Giovanni di Gugliemo Stulti fino al 1289, quando il dinasta della famiglia dei Guiderocchi lo venderà assieme al territorio di Montacuto alla città di Ascoli che già tre anni prima aveva acquistato anche Cagnano.
Successivamente, con l'annessione di Quintodecimo ai castelli ascolani, entrerà nella sfera di infulenza di quest'ultimo e verrà citato fino alla fine del quattrocento quando, con l'ascesa del vicino borgo di Matera. Lo si incontra negli scritti per l'ultima volta nel 1539 in alcuni atti catastali, da qui le tracce si perderanno nella storia, abbandonato probabilmente a causa della scomoda posizione.

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