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All'ombra della scomparsa Rocca Casaregnano, l'incasato di Casebianche ne continua l'eredità storica. Si sviluppa aggrappato al costone di roccia che a partire dal monte della fortezza scende verso valle, fornendo alla popolazione locale riparo, sicurezza e parecchio materiale da costruzione. Con la fine del castello ed il trasferimento ad Ascoli della famiglia nobile dei Della Rocca, si formerà il sindacato di Rocca Casaregnana che con le sue ville era diventato parte dello stato comunale ascolano, come risulta dai catasti del 1381; il sindacato aveva sede nella chiesa di San Nicolò di Casaregnana. Il XVI secolo sarà caratterizzato dal brigantaggio che nei boschi del Fluvione trovava facilmente riparo e dalla progressiva emigrazione verso le fertili e sicure valli del Tronto; Casebianche rimarrà sotto il sindacato di Rocca Casaregnana fino al XIX, quando, sorpassati i moti rivoluzionari, Napoleone e l'unità d'Italia, verrà incorporata nel nuovo comune di Roccafluvione nel 1863.
Un solo vicolo cieco penetra l'incasato, dove si accalcano gli ingressi degli edifici, addossati gli uni agli altri; un'altra stradina gira intorno al paese continuando a salire verso il monte. Tra i vari edifici di sicuro interesse è palazzo Pascali, certamente il più grande edificio del paese, che occupa la parte del costone roccioso: il tutto contribuisce a rendere al borgo una sua particolarità. I circostanti scorci boscosi completano e arricchiscono la visita.

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