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I ruderi abbandonati fra i rovi perpetuano ancora ai pochi visitatori la storia di questo singolare villaggio ormai disabitato. Molto probabilmente ha origine nel medioevo e nei primi carteggi che lo citano appare con il nome di Monastero, che lega il luogo ad una comunità monastica non ben precisata. I catasti ascolani del 1381 citano la frazione insieme a Vetoli, come appartenente ad un proprio sindacato, che già nel secolo successivo aveva sofferto un grande spopolamento ed era stato annesso a quello limitrofo di Rocca Casaregnana, rimanendovi fino agli sconvolgimenti territoriali della Repubblica Romana e di Napoleone, assoggettato come tutta la zona al Dipartimento del Tronto. Con la restaurazione nel 1815 passa sotto Venarotta insieme a Vetoli, Marsia e Vallicella, per poi essere definitivamente unite al comune di Rocca Casaregnana fino all'Italia unita; nel 1863 diventerà parte del nascente comune di Roccafluvione. Ciò che rimane sono alcune case semi-sommerse dalla vegetazione o ridotte a rudere, sebbene qualcuna sia ancora abitata nei periodi estivi, costruite su un pianoro coltivato; singolare è il rudere di un casolare dove si possono leggere i vari ampliamenti effettuati nelle diverse epoche. Davanti al cadente edifico si può attingere acqua dalla fonte ancora funzionante, mentre proseguendo la strada sale verso la parte più alta dell'incasato, dove ormai i resti delle modeste case hanno lasciato il passo alla vegetazione sempre più fitta. Da qui si può proseguire per la Frazione di Vallicella con una comoda passeggiata lungo la sterrata oppure tornare indietro in direzione Osoli, entrambe le alternative ricche di scorci suggestivi tra i boschi e i rilievi di Roccafluvione.

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