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La si intravvede sulla sponda opposta del fiume Fluvione, nascosta in parte dalla vegetazione che abbonda lungo le sue sponde, poco prima di raggiungere il capoluogo comunale provenendo da Ascoli. Centro sorto all'ombra dell'antica rocca di Castiglione, nucleo dinastico e feudale in possesso della nobile famiglia dei Falconieri, stirpe ricorrente nella storia medievale ascolana.
Dai catasti ascolani del del 1381 secolo, si legge che era a capo di un suo sindacato autonomo insieme a Castiglione, dotato di propri statuti e di un sigillo con lo stemma cittadino, ma soggetto al podestà del Castello di Venarotta per le questioni giuridiche.
Finito il medioevo, il centro crescerà soppiantando il centro feudale che sarà quindi abbandonato, nel XVI secolo esplodeva intanto il brigantaggio, grazie anche alla vicinanza con Ponte Nativo, zona piuttosto frequentata dai banditi.
La situazione amministrativa cambia nel 1798 e la formazione della Repubblica Romana, vengono destituiti gli antichi ordinamenti e creato il grande Dipartimento del Tronto del quale era membro il Distretto di Ascoli, quindi le comunità di Venarotta saranno accorpate al Cantone di Acquasanta.
Tornato il pontefice, l'anno seguente si tornerà alle precedenti istituzioni, ma con Napoleone nel 1808, il centro viene compreso nel cantone di Ascoli.
Dopo la Restaurazione del 1816, diventa comunità appodiata a Venarotta e vi rimarrà fino a dopo l'Unità d'Italia, ma nel 1882 la frazione sarà distaccata dal comune di Venarotta e annessa a quello di Roccafluvione, insieme a parte del comune soppresso di Pizzorullo e Valcinante.
Data la vicinanza con Marsia, divenuta capoluogo comunale nel 1875, non subisce troppo lo spopolamento tipico del XX secolo e ad oggi, nonostante i danni del recente terremoto del 2016, è ancora piuttosto popolata.
Si può arrivare al paese da un'unica strada carrozzabile che può essere imboccata dal moderno ponte sulla strada provinciale, oppure come in passato, dal suggestivo ponte naturale di Ponte Nativo, proseguendo si passa per la contrada di Villa Filetta fino a raggiungere il centro abitato.
Qui, la strada si divide in due: quella a sinistra, che sale verso la parte alta del borgo, dove si trova la chiesa di San Sebastiano e l'altra a destra, che si addentra tra alcune moderne abitazioni, per spingersi fino al centro storico.
Dalla via principale si sale passando sotto un passaggio coperto, per poi immergersi subito, tra i caratteristici scorci di Casagnano, con le abitazioni addossate l'una all'altra, frutto di interventi in varie epoche. Si nota subito un incrocio, con al centro una casa di origine cinquecentesca con l'ambiente voltato, che si apre sulla strada e conduce ad un piccolo cortile interno. Sulla destra, continuando a salire, si arriva alla chiesa mentre, a sinistra si scende fino ad una piccola piazzetta all'estremo orientale del paese.
Uno dei lati dello slargo si apre sulla vallata del sottostante fosso, dove è visibile ciò che rimane di una caratteristica casa torre, elemento di difesa della comunità posto in posizione strategica, utilizzato soprattutto contro le scorrerie dei briganti.
Un'altra strada dalla parte opposta a dove si è arrivati, inizia a risalire incuneandosi ancora tra le case, fino a uscire bruscamente nell'aperta campagna, proprio sotto la chiesa.
Tornando indietro, fino all'edificio sacro, la strada asfaltata diventa poi una sterrata, perdendosi nella campagna e seguendo il corso del fosso, da cui si può raggiungere la fonte storica del paese.

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