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Francesco Ricci
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Nasce ad Ascoli Piceno nel 1843. Giovanissimo frequenta le scuole dei Padri Gesuiti della sua città, dimostrando di possedere doti di spiccata intelligenza e un grande passione per gli studi. Nel 1864 a ventuno anni consegue la laurea in Legge a Roma, disciplina verso la quale era naturalmente portato. Intraprende dopo pochi mesi la professione di avvocato, con eccellenti risultati. Riceve quindi l'invito ad insegnare Diritto Penale all'Università di Camerino ma rifiuta l'incarico anche per motivi professionali preferendo la libera professione per potersi meglio dedicare agli studi di giurisprudenza civile.
Nel 1876 pubblica la sua prima opera, il "Commento al Codice di Procedura Civile", che riscuote un ottimo successo, di conseguenza ne furono editate numerose ristampe, e che ancora oggi rappresenta un punto basilare nella letteratura giuridica in Italia. Negli anni seguenti il giurista piceno darà alle stampe il "Corso teorico pratico di Diritto Civile" che nella seconda parte del XIX secolo venne ritenuta una delle più complete ed autorevoli opere di giurisprudenza ancora oggi attualissima.
Per i suoi meriti nel 1877 ottiene la cattedra di Diritto Civile all'Università di Macerata cui egli diede grande lustro. Sempre nella stessa città fu a capo del Partito Liberale e, in ambito politico, ricoprì cariche amministrative. Appassionatosi alla politica attiva, nel 1880 fu eletto Deputato al Parlamento italiano nella XIV legislatura, nel collegio di Ascoli Piceno, per poi essere riconfermato anche in quella successiva partecipando in maniera costante sia in aula che nelle commissioni parlamentari. Uomo di lealtà e di correttezza esemplare, si guadagnò l'amicizia e la stima dei migliori esponenti politici contemporanei, tra cui Benedetto Cairoli che divenne anche Presidente del Consiglio, Giuseppe Zanardelli e Alfredo Beccarini. Entrato in contrasto con la politica di Agostino De Pretis, decise di rinunciare al mandato politico, rientrò ad Ascoli, dedicandosi alla cura degli interessi della città diventando prima Consigliere comunale poi membro della Congregazione di Carità, ed infine Presidente del Consiglio Provinciale. Si spense prematuramente nel 1891 a soli 48 anni nel pieno delle sue attività lasciando inediti molti importanti trattati.

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