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Publio Ventidio Basso
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Originario del Piceno, venne alla luce tra il 90 e il 91 a.C. Fu un grande politico e generale della Repubblica Romana, e per i suoi meriti sul campo di battaglia divenne uno dei più fidati collaboratori di Marco Antonio. Partecipò alla guerra di Modena, combattuta dopo l'assassinio di Giulio Cesare, tra la fazione Cesariana al comando di Antonio e le truppe al comando di Decimo Giunio Bruto. Si distinse anche per la Campagna Partica del 38-39, dove inflisse ripetute e gravi sconfitte al popolo dei Parti vendicando la disastrosa battaglia persa da Crasso a Carre, oggi Turchia, nel 53 a.C.
Suo padre, Publio Ventidio, era luogotenente di Quinto Poppedio Silone, uno dei comandanti in capo dell'esercito italico che si contrapponeva a Roma. Lo storico Marinelli asserisce che l'adolescente Publio venne catturato dalle milizie romane dopo la distruzione della città di Ascoli, e quindi fatto sfilare insieme ai suoi famigliari durante il trionfo di Strabone, nelll' 89 a.C.. Visse quindi la giovinezza a Roma dove condusse un'esistenza di povertà che non gli precluse un'educazione e una buona erudizione. Iniziò dal basso la sua scalata partendo da umile addetto alle stalle, poi mulattiere.
Molto determinato, Publio migliorò in pochi anni la sua condizione economica tanto che Giulio Cesare, sempre attento a scegliere i suoi uomini di fiducia, lo notò subito e lo arruolò nella campagna della conquista delle Gallie. Ventidio prese parte anche nella guerra civile al fianco del condottiero, e per per i suoi meriti ottenne la carica senatoriale. Fu anche in Tribuno nel 43 a.C., Pretore nel '44, ed anche Console. Fu anche celebrato da numerosi autori classici, come Plutarco e Appiano.
Antonio lo chiamò anche per le campagne militari in Asia Minore dove trionfarono, e in seguito Publio si allontanò progressivamente dalla vita pubblica, ritirandosi nelle sue tenute nel Lazio. La sua dipartita, nel 27 a. C., fu accolta con estremo dolore da parte del popolo romano che l'onorò di un funerale pubblico e le dame della città indossarono il colore del lutto.
Sicuramente uno dei più grandi piceni della storia.

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